Sempre più frequenti i casi di disturbi che affondano le loro radici in questioni emotive che portano nel soggetto problematiche fisiche da non sottovalutare assolutamente.
Si tratta di veri e propri blocchi emotivi, una condizione di forte disagio che, prolungata nel tempo, si converte in disturbi sempre più invalidanti, da un semplice mal di testa o mal di schiena non è raro che si sfoci in una patologia totalizzante.
Alcune persone emotivamente fragili o sottoposte a periodi di forte stress lamentano infatti veri e propri dolori fisici, che solitamente si tende a sottovalutare.
Un semplice mal di schiena o un dolore allo stomaco possono essere sintomo di un più importante e delicato problema psicologico.
L’ansia ricorrente, la sofferenza troppo forte sono emozioni negative che spesso non hanno uno sbocco all’esterno e che quindi ristagnano nel corpo andando a minare giorno dopo giorno alla sua salute.
Sono soggetti che tendono a tenere tutto dentro, rabbia, frustrazione, senza dare la possibilità a paure a preoccupazioni di trovare uno sbocco all’esterno e una conseguente concreta risoluzione. Spesso emotivamente fragili, abituati a risolvere i problemi con le loro sole forze.
Si tratta di una chiusura che deriva probabilmente da questioni infantili irrisolte (genitori troppo assenti o al contrario troppo ansiosi). Gli anni della crescita e dell’affermazione di sé sono anni cruciali; tappe fondamentali nella sfera emotiva di ogni soggetto, che condizioneranno inevitabilmente tutta la sua vita futura.
Una storia finita male o magari la perdita di qualcuno di importante possono essere così quella goccia che fa traboccare il vaso che spinge il soggetto fragile a chiudersi in se stesso.
In questi casi occorre analizzare i comportamenti della persona per riuscite ad abbattere quel muro di protezione che si è costruita attorno, ma che è diventato anche la sua prigione.
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Tenere tutto dentro fa male solo a se stessi. Erigere delle mura può sembrare la soluzione più naturale e spontanea per difendersi dalla sofferenza. La realtà è ben diversa.
Comportarsi in questo modo non fa che evitare di affrontare il problema.
Fuggire dalle questioni irrisolte non è mai un bene, perché, anche se apparentemente si avverte una momentanea sensazione di benessere e di calma, in realtà il corpo assorbe e lentamente restituirà tutto indietro.
Occorre affrontarle di petto le situazioni. Occorre urlare quando si sta male.
Non importa se non ci ascolteranno o se comunque non servirà a nulla. Servirà a noi stessi.
Tenere tutto dentro non fa che ristagnare e ristagnando prima o poi ci farà ammalare e successivamente sarà difficile guarire.
Alcuni hanno timore di disturbare con le loro preoccupazioni, altri per carattere tendono a stare in silenzio per non far soffrire. Niente di più sbagliato. Parlate e parlate tanto. Solo così eviterete di stare male.
I segnali che ci invia il nostro corpo quando qualcosa non va.
Il nostro corpo ci parla. Spesso invia dei messaggi per darci uno scossone e spingerci a reagire prima che la situazione si aggravi seriamente. Esistono infatti dei segnali che possono aiutare a capire spesso la natura emotiva di un problema fisico.
Un persistente dolore al collo può essere indice di troppe cose taciute in quel periodo. Il carico mentale si concentra prevalentemente nella sulla nostra testa che, in quei periodi, diviene metaforicamente e fisicamente ‘pesante’.
Un continuo dolore allo stomaco è spesso indice di una situazione stressante che ci costringe ad ingoiare troppi bocconi amari. Così alito cattivo, sensazione di amaro in bocca appaiono come campanelli d’allarme da non sottovalutare.
Ma di testa ricorrente potrebbe indicare la tendenza smodata a voler tenere sempre tutto sotto controllo con conseguente stress. Essere troppo rigidi mentalmente è spesso uno svantaggio piuttosto che un punto di forza. lasciare andare ciò che non si può controllare in casi di cefalea persistente potrebbe essere un valido alleato alla salute.
Il viaggio è nella testa – Riproduzione riservata.