Rapporti interpersonali

Dipendenza affettiva e amore sano. Come distinguerli.

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Le dipendenze nelle relazioni sono sempre pericolose; nascono da equilibri distorti nel dare e ricevere che, nel lungo periodo, fanno soffrire inevitabilmente chi si trova in una posizione di svantaggio affettivo.

In un amore sano e nutriente emotivamente tali meccanismi devo essere perfettamente in equilibrio, pena la serenità di una delle due parti chiamate in causa.

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Si definisce dipendenza affettiva quel tipo di dipendenza relazionale propria del comportamento di alcuni individui nei rapporti interpersonali. Più nello specifico la dipendenza affettiva è un modo di vivere i rapporti estremamente patologico. Un tipo di relazione profondamente tossica che vede il subordinamento emotivo di un individuo che crede di non poter sopravvivere senza il proprio partner.

Amore sano e dipendenza affettiva, differenze.

Un amore sano è un amore in cui ognuno dei soggetti coinvolti dà quanto riceve. Quando l’ago della bilancia pende sempre da uno stesso lato c’è qualcosa che non va e bisogna intervenire tempestivamente prima di incrinare la relazione in maniera definitiva ed irreversibile. Nei casi più patologici l’unica soluzione da adottare è troncare definitivamente quella relazione.

Ecco le caratteristiche che contraddistinguono una relazione sana:

Equilibrio nel dare e avere. E’ alla base di ogni sana relazione: l’equilibrio emotivo è dato da situazioni paritarie di dare e ricevere all’interno di una coppia. Quando si tende a dare o prendere eccessivamente in una relazione siamo in presenza di amore tossico. Dare troppo in amore significa, nella maggior parte dei casi, reiterare comportamenti disfunzionali ereditati dall’infanzia messi in atto per far sopravvivere quella relazione a tutti i costi; prendere troppo in amore significa invece non considerare i bisogni del partner e, questo, non è amore.

Rispetto verso l’altro nel rispetto di se stessi. In un amore sano l’obbiettivo comune nella relazione è la felicità comune. Rispettare l’altro ed i suoi bisogni significa volerlo vedere felice e di conseguenza nutrire quella relazione. Quando si tende a voler prevaricare l’altro per un proprio tornaconto l’amore per se stessi è maggiore rispetto all’amore che si nutre verso il partner, e, questo, non è amore, ma bisogno di autoaffermazione smodata.

Fiducia reciproca. Sebbene in una relazione sana la paura di perdere l’altro sia legittima, una eccessiva gelosia non è amore. Quando si ha tra le mani qualcosa a cui teniamo particolarmente è ovvio e scontato avere paura di perderla e volerla custodire a tutti i costi. Tuttavia, l’ansia ricorrente legata al timore che questa storia possa finire è patologica ed indice di scarsa fiducia in se stessi o mancanza di certezze e di conferme da parte del partner.

Dialogo. Litigare in una relazione è naturale ed assolutamente necessario. La mancanza di discussione in una coppia è patologica, indica infatti che una delle due parti coinvolte è sottomessa. Accondiscendere sempre l’atro è malsano perché significa non esporre le proprie necessità ed il proprio pensiero all’altro. La libertà di essere se stessi, sempre e comunque, è indispensabile in un rapporto a due. Solo un dialogo costruttivo, finalizzato alla risoluzione dell’eventuale controversia, aiuterà la coppia a crescere e a consolidarsi.

Sostegno reciproco. L’essere umano è un animale sociale, ha bisogno di relazionarsi con gli altri per vivere. Un essere umano funziona benissimo anche da solo, ma in coppia va più avanti. Sostegno e condivisione sono alla base di qualsiasi relazione nutriente. Quando ci sentiamo sostenuti ci sentiamo forti. I momenti di stallo nella vita sono all’ordine del giorno, ma quando abbiamo qualcuno che ci aiuta a risollevarci è tutto più semplice.

Obbiettivi comuni.

Volontà di far funzionare la relazione.

Quando siamo impelagati in un amore malsano inevitabilmente si cambia negativamente: si tende a diventare troppo tolleranti anche quando quel qualcuno ci manca di rispetto; ci si accontenta, ci si abitua ai brevi momenti di attenzione che il partner concede e si smette di pretendere, mossi dalla paura di perdere quella persona.

L’essere umano ha un istinto innato, quel meraviglioso istinto di sopravvivenza che prima o poi si fa sentire. E’ un istinto che lo scuote quando si tocca inevitabilmente il fondo e lo fa risalire. Prima o poi ci si stanca di soffrire, si inizia a vedere quella storia per quello che effettivamente è ed è stata: una relazione unilaterale ed assolutamente sbagliata.

Come bisogna agire.

Aprite gli occhi e guardate la persona che avete di fronte in modo nuovo. Spogliatela da ogni illusione o visione idilliaca che le avete costruito intorno negli anni. Se quella persona vi rispetta e vi rende felice lottate pur di mantenere in essere la vostra storia, ma se quella persona è causa e motivo della vostra frustrazione è ora di smettere.

Per voi stessi, perché sapete di meritare di più. Le dipendenze non fanno mai bene, perché finiscono sempre nel peggiore dei modi. Chi è abituato a pretendere chiederà inevitabilmente sempre di più. Sono persone perennemente insaziabili quelle egoiste abituate a prendere senza mai dare nulla in cambio. Sono persone ingrate che non riconosceranno mai quanto tu abbia sacrificato pur di renderle felici.

Svegliatevi prima che sia l’altro un giorno a stancarsi di voi. Vi ritrovereste sole e tristi ed allora ricostruire i pezzi del vostro cuore sarà ancora più dura.

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Come capire se si è vittima di una dipendenza affettiva?

Molto semplice. Esistono dei sintomi ricorrenti che possono aiutare a capirlo:

  • Sbalzi d’umore. Se il vostro umore dipende troppo spesso dalla persona con cui state c’è un problema. Se siete felici quando vi chiama e tristi quando vi mette in secondo piano e se succede troppo spesso siamo di fronte ad una dipendenza affettiva.
  • Paura di confrontarsi con il partner. Eviti i confronti, assecondi anche quando non dovresti perché sai che quella relazione potrebbe terminare da un momento all’altro.
  • Astinenza. Se quando l’altro non c’è vi sentite soli e depressi c’è un problema. Se immaginare la vostra giornata o semplicemente la vostra vita senza quella persona vi getta in uno stato d’ansia c’è qualcosa che non va.
  • Incapacità di controllare il vostro comportamento. Se troppo spesso quando c’è di mezzo quella persona avvertite rabbia e senso di colpa c’è una dipendenza. Se quando c’è questa persona vi comportate come se non ci fosse altro intorno a voi acconsentendo a tutto ciò che fa all’altro piacere anche se vi fa soffrire state sbagliando.
  • Negazione dei problemi. Cerchi di ignorare o minimizzare i problemi della relazione nella speranza che si risolvano da soli con il tempo.
  • Paura dell’abbandono. Temi di essere rifiutata dal partner e di non essere mai abbastanza.
  • Sacrificio eccessivo. Metti da parte i tuoi bisogni per soddisfare quelli del tuo partner.
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Generalmente la dipendenza affonda le sue radici al tempo dell’infanzia del soggetto, in particolare riguarderebbe strettamente il rapporto con i suoi genitori. Si tratta di soggetti che hanno sempre avvertito in famiglia di non essere mai abbastanza. Sono persone con familiari anaffettivi, che non hanno saputo circondare il bambino dell’amore di cui necessitava. Di solito il soggetto crescendo riesce comunque a maturare la piena coscienza di sé e a superare il problema. Nei casi più gravi l’aiuto di un buon psicoterapeuta può aiutare a risolvere il problema.

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