Diventi madre se lo vuoi. Se lo senti veramente. Anteporre i bisogni di qualcun altro ai tuoi, anche se quel qualcuno è tuo figlio, non è sempre scontato. L’uomo è naturalmente e biologicamente egoista, mira alla sopravvivenza, al proprio benessere psicofisico. La maternità ti mette fisicamente prima e mentalmente ancor prima a dura prova. Non si nasce madri. Lo si diventa, forse. Si decide di essere una brava madre. La maternità è meravigliosa, ma difficile, ammettiamolo. Mette a dura prova anche le donne più forti e propense naturalmente all’accudimento.
Una donna diventa ‘madre’ col tempo.
Si crede che una donna sia naturalmente propensa all’accudimento del proprio figlio sin dal primo istante in cui quel vagito di neonato risuona in questo mondo. Non è così. Non si ha un libretto di istruzioni a portata di mano. Si hanno amore, pazienza, dedizione, ma anche tanta paura, tante insicurezze e tanta, tantissima solitudine.
La solitudine quando sui deve ta madre.
Si diventa sole quando si diventa madre, di una solitudine di cui non si parla spesso, perché per la società una madre non dovrebbe lamentarsi mai, stancarsi mai…
Quanta ignoranza, quanti luoghi comuni, quanto bigottismo aleggia attorno al concetto moderno e antico di maternità. Quanta presunzione su un concetto così delicato e gravoso insieme. Quanti commenti inopportuni, giudizi gratuiti e scarsa solidarietà nei confronti di una donna che cerca di diventare madre.
Maternità e pretesa di perfezione .
Si crede che una madre, per crescere dei bravi figli, debba essere perfetta. Ma che cos’è la perfezione se non un omologarsi a modelli sociali che spesso ci trasciniamo dal passato e che poco capiscono dello straordinario e terribile insieme ruolo che è quello di una donna che diventa madre, oggi?
Si muore e si rinasce quando si diventa madre. Da donna, persona singola e a sé stante, con i suoi bisogni e le sue ambizioni, ci si frantuma in mille pezzi, pezzi che, lentamente, con il tempo e l’esperienza, si impara a ricongiungere ma in modo diverso, tenendo presente che adesso hai qualcuno nella tua vita che ti chiama mamma.
Che fine ha fatto la donna che sei stata e chi è adesso quella donna con gli occhi cerchiati dalla fatica che vedi riflessa nello specchio?
Non tutte le donne riescono a barcamenarsi in questo tsunami che è la maternità. Diventare madre porta a galla ogni falla, ogni insicurezza e ognuno reagisce come può. Ci si barcamena, si cerca di sopravvivere e si segue l’istinto.
Tra consigli non richiesti e giudizi sempre meno velati ogni donna agisce come può, mentalmente e fisicamente provata. E’ una battaglia quotidiana contro i propri bisogni solipsistici.
Mangiare, fare una doccia diventano opzionali piuttosto che bisogni primari di un individuo. Avere degli alleati in queste prime fasi, una rete familiare, un villaggio di supporto, è fondamentale, ma in un mondo egoista in cui ognuno pensa sempre più a se stesso e meno agli altri, una madre è lasciata purtroppo spesso troppo sola.
Madre tossica è una madre che ha fallito. Una madre tossica è una madre che ha perso la battaglia.
Una madre tossica è una donna con insicurezza latente che ha perso la battaglia. Ha fallito. Ha ceduto alle proprie debolezze personali a sfavore dei propri figli.
Una madre tossica è una donna che tende al comando; il controllo su cose e persone la fa sentire più sicura, potente. Esercitare la propria autorità su qualcuno la fa sentire importante.
Tossica è quella madre che impone se stessa e il proprio punto di vista. Tossica è quella madre che riserva ogni sua aspirazione e aspettativa su chi ha messo al mondo, credendo erroneamente, che il solo fatto di averli concepiti e portati in grembo le arroghi il diritto di decidere per loro.
Tossica è anche la madre che riversa le sue ambizioni sui figli.
Una proiezione delle proprie aspettative mancate. Questo spesso sono i figli per questo tipo di madre tossica. Queste madri sono spesso opprimenti ed esigenti insieme, ignorano i bisogni effettivi del proprio figlio in funzione dei propri.
Sono debilitanti queste madri. Un bambino cresciuto sotto il giogo di una madre tossica crescerà in modo disfunzionale e disfunzionali saranno anche le relazioni che instaurerà in futuro, perché quello è l’unico modo che conosce di amare.
Una mamma è il primo amore di ogni figlio.
E’ la prima forma di relazione nella vita di ogni persona. Una relazione che si instaura senza chiederlo (non scegliamo noi di nascere), ma che ci porteremo dietro per tutta la vita, inevitabilmente.
Una madre è sempre il primo amore, ma quando questo è disfunzionale e tossico cresciamo con la convinzione che l’amore sia quello, che per essere amati bisogna assecondare, e che nell’amore, in ogni sua forma, esiste una relazione verticale più che orizzontale.
Un bambino cresciuto da una madre tossica sarà un bambino con molte insicurezze.
Un bambino che farà difficoltà a camminare nel mondo, perché, negli anni cruciali della sua crescita, non ha ricevuto gli strumenti giusti.
Impegnato a soddisfare aspettative altrui non ha imparato a capire chi sia veramente, cosa voglia nella vita e non ha maturato gli strumenti cognitivi per farlo.
Come sopravvivere in questa relazione tossica?
La consapevolezza di avere di fronte un genitore tossico è il primo passo verso la ‘liberazione’. Mettere in conto che il percorso personale che si è deciso di intraprendere porterà sofferenza e frustrazione a se stesso e alla propria madre è il secondo passo.
Prendere coscienze delle conseguenze di questa malsana relazione è fondamentale. Solo conoscendo e riconoscendo oggettivamente il problema si potrà cercare di risolverlo.
Alcune relazioni con una madre tossica, tuttavia, non vedranno mai una risoluzione positiva. Mettere in conto di venire vessati, sminuiti, fatti sentire in colpa è inevitabile. Una madre tossica che si vede spodestata dal proprio potere diventerà una madre aggressiva verbalmente.
Venire rifiutati da quella che dovrebbe essere la persona che ti ama incondizionatamente è dura. Crescere con una madre tossica e liberarsi da questo predominio psicologico ed emotivo che esercita sul proprio figlio fa soffrire; crea una falla terribile nella personalità di una persona.
Redazione Il viaggio è nella testa
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