Essere genitore è una sfida. Crescere un piccolo essere umano non è mai una cosa semplice. Ti devi barcamenare tra mille emozioni, quelle del bambino che stai crescendo, ma, soprattutto, le tue. E’ una verità difficile da somatizzare: quando diventi genitore vieni messo a nudo.
Tutte le tue insicurezze e debolezze più latenti vengono portate a galla. Un bambino è un mondo straordinario che mette a dura prova anche le persone più pazienti. Quando cresci un bambino, consciamente e inconsciamente, stai avendo a che fare con due bambini, quello che vedi di fronte e, soprattutto, quello che hai ancora dentro.
Essere un bravo genitore significa innanzitutto riuscire a crescere quel bambino senza che il tuo essere o esser stato figlio ti condizioni nel tuo operato.
Cose che deve sapere assolutamente un genitore.
I bambini apprendono più dall’esempio che dalle tue parole. Fin da piccolissimi, infatti, i bambini hanno i cosiddetti neuroni a specchio altamente sviluppati. Questo significa che ti osservano molto e, soprattutto, tendono a replicate ciò che vedono. E’ il loro modo di imparare. Osservano, immagazzinano dentro e, al momento giusto, replicano.
Quando ti rapporti con un bambino ricorda sempre che tu sei il suo adulto/modello di riferimento. Tutto ciò che si apprende durate i primi anni dell’infanzia ti segnerà per sempre, perché getterà le fondamenta su cui si erigerà la tua personalità. La persona che ti cresce inevitabilmente influenzerà il tuo essere adulto domani. Tienilo bene a mente.
Il 90% de traumi che un bambino riporterà in futuro è legato alla propria famiglia. E’ una realtà difficile da accettare, ma è molto importante esserne a conoscenza. Diversi studi dimostrano quanto la famiglia sia direttamente o indirettamente responsabile dei disturbi che un bambino presenterà in età successiva.
Il successo o l’insuccesso di tuo figlio dipende da te, che tu lo accetti o meno. Quando decidi di mettere al mondo una nuova vita tieni ben presente che sarai tu l’ago della bilancia perché un bambino comporta una serie di responsabilità che sono più emotive che altro.
Quando decidi ci diventare genitore ricorda che il cervello di quel bambino sarà inevitabilmente molto simile al tuo. Avere un figlio prima di aver lavorato su se stessi è molto rischioso, perché si rischia di trasmettergli una serie di disturbi personali che altro non sono che il derivato di errori generazionali, trasmetti dai propri genitori, nonni e così di seguito, che non siamo stati in grado di risolvere.
Una persona che non ha risolto i propri traumi inevitabilmente li trasmetterà ai propri figli.
La cosa più importante da insegnare ad un figlio è come vivere le proprie emozioni. Un bambino nasce come una pagina bianca. Ogni bambino, nonostante nasca con una specifica indole che lo caratterizzerà nel tempo a seguire, imparerà ogni cosa proprio da te che sei il suo genitore.
Tanto lo sviluppo motorio, quanto quello cognitivo del tuo bambino dipendono da te. E’ una consapevolezza che fa paura. Quella di sapere la responsabilità di cui sei gravato quando diventi genitore. Se ogni persona si rendesse veramente conto di quanto siamo determinati con i nostri figli avvertirebbe un inevitabile disagio. E’ difficile ammettere di essere così responsabili nei confronti di quella piccola personcina che ti guarda come se tu fossi il suo tutto.
E’ molto più semplice ignorare questa verità e crescere quel bambino senza prestare le dovute attenzioni. La vita è difficile, anche se sei un adulto, soprattutto se sei un adulto. Ti ritrovi a barcamenarti tra responsabilità che ti stressano e ti rendono poco tollerante. Quando dopo una dura giornata lavorativa rientri a casa e ti ritrovi ad avere a che fare con bambini che urlano e che fanno i capricci è difficile mantenersi calmi e razionali.
Ecco perché prima di avere un bambino bisognerebbe fare un duro lavoro su se stessi. Siamo gli adulti, nonostante le difficoltà siamo noi a dover fare lo sforzo maggiore. Siamo noi a possedere gli strumenti cognitivi atti a mantenere il controllo. Non possiamo lasciare che la cattiva gestione delle nostre emozioni influenzi negativamente il nostro essere genitore. Nostro figlio ci osserva, anche quando sbottiamo, soprattutto quando sbottiamo e, alla lunga, ci imiterà anche nelle emozioni.
Farci vedere arrabbiati, iracondi, incapaci di mantenere la calma significherà avere a che fare con un bambino arrabbiato, iracondo e incapace di mantenere la calma. I nostri figli sono il riflesso di ciò che vedono.
Le loro emozioni sono amplificate rispetto alle nostre, perché durante i primi anni di vita un bambino agisce mosso dalla parte più emotiva del cervello, l’amigdala. La corteccia prefrontale, atta a formulare ragionamenti logici, si svilupperà negli anni e compirà il suo completo sviluppo solo dopo il ventesimo anno di età. E’ una realtà scientifica che ogni genitore dovrebbe conoscere ed accettare. Un bambino non fa i capricci. Un bambino non fa i dispetti. Un bambino non ti sta sfidando. Un bambino fa ciò che vede e agisce come gli è stato mostrato da te.
Imparare a gestire le proprie emozioni è l’unico modo per insegnare a tuo figlio ad essere una persona migliore.
Ogni persona ha un talento naturale. Sta a te aiutare tuo figlio a capire il suo. L’osservazione di un bambino è il primo strumento che abbiamo per imparare a conoscerlo veramente. Quando nasce un bambino è inevitabile proiettare su di lui un po’ di sé. Lo vedi così simili a te, che, inevitabilmente, proietti su di lui aspettative personali che, in realtà dicono più di te che di lui.
E’ uno degli errori più grandi che un genitore possa fare: quello di volere che il proprio figlio segua una determinata strada solo perché, a suo avviso, è quella più giusta da intraprendere. Occorre ricordare che ogni persona è a sé e che quel bambino, seppur piccolo, è una persona a tutti gli effetti con il diritto di essere ciò che vuole e non ciò che vorresti tu.
Occorre lasciarlo libero di esprimere se stesso, i propri gusti, i propri sogni. Ha il diritto di percorrere la propria strada come tu hai il dovere di lasciarlo andare. Il tuo compito di genitore non è quello di imporgli cosa fare, ma di aiutarlo a capire quali sono i suoi talenti e fornirgli gli strumenti per valorizzarli.
In un mondo di genitori consapevoli di questo vedremmo meno persone frustrate costrette in attività che stanno loro strette; vedremmo persone più felici ed entusiaste delle loro vite; vedremmo meno giovani buttare anni ed anni della loro vita in università che hanno scelto per i motivi sbagliati.
Conclusione
Per capire chi hai di fronte devi però prima aver capito veramente chi hai dentro. Essere un bravo genitore richiede un duro lavoro di autoanalisi difficile da portare a termine. Guardarsi dentro e affrontare i propri mostri fa paura. Diventare genitore significa scontrarsi con la propria realtà familiare in cui si è cresciuti, scovare quei nodi che ci hanno influenzato negativamente durante la crescita e che ancora oggi che siamo adulti indirettamente ci portiamo dietro.
Risolvere i propri traumi infantili è necessario prima di diventare un genitore. Solo così si potrà evitare i ripetere errori del passato che ci hanno condizionato così tanto e che, soprattutto, ci hanno fatto soffrire.
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