Lo hai sognato quando ancora si trattava di un desiderio dentro al tuo cuore. Lo hai custodito come il bene più prezioso per 9 mesi dentro di te. Lo hai partorito con tanta sofferenza, così grande da credere di non farcela, ma poi una mamma la forza la trova sempre. Una mamma la trova sempre la forza. Anche quando, per amore, quel figlio devi imparare a lasciarlo andare.
Perché lasciare andare i propri figli.
Un buon genitore capisce quando è il momento di abbassare quel muro di difesa contro al mondo che per anni ha eretto intorno al suo bambino.
Lasciarlo libero alle intemperie inevitabili della vita non significa abbandonarlo a se stesso, ma consentirgli di crescere, di confrontarsi col mondo è di scoprire la sua strada.
È importante che ognuno capisca il percorso da intraprendere; lo si deve fare liberi da condizionamenti. Solo così sceglieremo realmente per noi e non per il contesto sociale e familiare in cui siamo cresciuti.
Significa concedergli la possibilità di essere se stesso, di fare le proprie scelte, di commettere i propri errori.
La tentazione di continuare a ‘difenderlo’ di spianagli la strada, di mantenerlo in quella bolla di vetro, è forte. Ma l’amore lo è di più.
E’ amore quando appoggi le sue scelte pur non condividendole. E’ amore lasciarlo andare, anche se lasciarlo andare fa molto male.
Genitori spazzaneve, perché è sbagliato?
In Inghilterra sono detti genitori spazzaneve quei padri e quelle madri che cercano in ogni modo di spianare la strada ai propri figli, credendo che, rendendo loro la vita più semplice, cresceranno in modo migliore.
Sono generalmente quei genitori cresciuti con poco e che quindi sanno cosa significa non avere nulla nella vita; quei genitori che tentano più possibile di non far crescere i propri figli allo stesso modo, con le stesse difficoltà e mancanze.
Un genitore spazzaneve si pone in prima linea durante le varie esperienze di vita del proprio figlio, combatte le sue battaglie e prende per lui le decisioni più importanti.
È un genitore che fa da scudo alle possibili difficoltà che il proprio figlio potrebbe incontrare nella sua vita; un parafulmine eccezionale capace di schivare qualsiasi esperienza potenzialmente pericolosa o destabilizzante.
Sono genitori mossi certamente da nobili intenzioni; genitori che, però, inconsciamente, credendo di proteggere il proprio figlio, lo danneggiano irrimediabilmente.
Perché e sbagliato dare troppo?
Forte dell’educazione e dei valori che gli hai impartito hai fiducia nelle sue scelte.
Conoscere il proprio figlio significa avere fiducia in lui anche quando non lo capisci. Soprattutto quando non lo capisci.
Arriva un momento in cui bisogna lasciare andare, per il suo bene. Mettere da parte ansie e paure ed anche quel pizzico di egoismo che lo vorrebbe sempre tutto per sé.
Essere un genitore è meravigliosamente complicato. Non smetti mai di imparare. Passano gli anni e tuo figlio cresce e tu cresci e ti evolvi continuamente insieme a lui.
Essere un genitore ti insegna che amare non significa trattenere, ma lasciare andare. I figli non sono nostri, ma devono andare liberi per la propria strada, anche se lontano da noi.
Dargli fiducia, lasciarlo libero di agire, anche con il rischio di commettere degli errori, è fondamentale nel processo di crescita e di affermazione di sé.
Un figlio lasciato libero di scegliere sarà un adulto con una forte autostima. Coinvolgere un figlio, sin dai primi anni della sua infanzia, nelle piccole grandi scelte della sua vita equivale a crescere una persona sicura di sé, cosciente di ciò che vuole e, soprattutto, di ciò che non vuole assolutamente nella sua vita.
Genitori troppi autoritari, convinti che impartendo regole ferree facciano il bene del proprio figlio, si sbagliano, finendo col crescere futuri adulti insicuri e pieni di paure.
Non avendo mai avuto la libertà di decidere per se stessi, infatti, non ne sono capaci, non hanno acquisito gli strumenti necessari per conoscersi ed affermarsi nella vita.
Crescere un figlio è certamente meraviglioso, ma è anche una difficile scommessa per il futuro, il futuro di un piccolo essere umano che un domani dovrà per legge di natura fare a meno dei propri genitori.
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