Rapporti interpersonali

Essere la seconda scelta in amore. Relazioni tossiche, come evitarle.

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Quando amiamo, alle volte, si innesca nel nostro cervello un pericoloso meccanismo: pur di trattenere la persona amata siamo disposti ad accettare qualsiasi compromesso. Subentrano dolorose dinamiche relazionali che alcuni giorni fanno toccare le vette più alte del Paradiso, perché magari quella persona ci dedica qualche attenzione in più, altre invece, ci fanno sprofondare nel più cubo degli abissi.

Sono queste le relazioni tossiche, relazioni che, nel lungo periodo, portano l’individuo a maturare veri e propri disturbi fisici e psicologici da cui poi è difficile uscire.

Relazioni in cui entrano in gioco sentimenti repressi che, inevitabilmente, nel lungo periodo portano a patologie devastanti come ansia, attacchi di panico, stress cronico, depressione; patologie psicologiche che possono sfociare in altrettanto gravi disturbi fisici come gastrite, insonnia, sindrome del colon irritabile.

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Le motivazioni inconsce che determinano la scelta del partner.

Amore, condivisione, sostegno, un rapporto di coppia sano e nutriente racchiude tutto questo e molto di più. Quando però queste componenti essenziali vengono a mancare ci troviamo di fronte ad una relazione disfunzionale.

Secondo la psicologia, come e perché scegliamo il nostro partner è strettamente legato al nostro passato, in particolare, al tipo di sistema familiare in cui siamo cresciuti. La famiglia è la culla della vita e della crescita emotiva di un soggetto, quella da cui dipenderanno inevitabilmente le sue scelte future.

Consce o inconsce, le ragioni per cui siamo attratti da una persona piuttosto che da un’altra sono innumerevoli. Quando ci rapportiamo a qualcuno, inconsciamente, stiamo reiterando scemi relazionali acquisiti durante gli anni della crescita: ciò da cui siamo attratti, il modo in cui accettiamo di essere trattati, il nostro approccio col partner, ricordano molto lo schema familiare genitore/figlio cui siamo stati abituati.

L’attaccamento familiare è quel rapporto genitori/figlio che si instaura durante i primissimi anni di vita di un bambino. Un attaccamento sicuro è fondamentale nella costruzione della personalità di un bambino.

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Si definisce attaccamento sicuro quel rapporto in cui il bambino si sente compreso e amato; un rapporto in cui i suoi bisogni essenziali vengono pienamente e naturalmente rispettati e soddisfatti; un rapporto in cui la sua necessità impellente e primordiale di avere figure di riferimento stabili da cui essere amato e protetto è pienamente soddisfatta.

Alcune delle caratteristiche proprie di persone che nell’infanzia hanno avuto un attaccamento sicuro in famiglia sono infatti le seguenti:

  • Valore di sé. L’autostima di questi soggetti è ben salda. Avere avuto genitori pronti, nei giusti modi e tempi, a soddisfare i suoi bisogni, ha sortito un effetto positivo sulla concezione di sé che il bambino ha poi maturato negli anni. Quando non deve costantemente torcere il collo per elemosinare attenzioni dai suoi caregiver di riferimento il bambino è libero di guardare avanti, dritto per la sua strada.
  • Ricerca di relazioni funzionali e nutrienti. Abituati ad una relazione sana con i propri caregiver di riferimento, il soggetto non sarà propenso verso rapporti tossici e disfunzionali.

Viceversa , un attaccamento di tipo insicuro condizionerà inevitabilmente e negativamente tutta la vita di questa persona. Le relazioni che si tenderà ad instaurare nel tempo evocheranno sempre quel modello relazionale con cui siamo stati cresciuti. Il primo amore di un soggetto è quello che sviluppa nel proprio ambiente familiare. Quando ci si abitua ad un amore tossico difficilmente da adulto si riuscirà a riconoscere un amore sano.

Durante la crescita infatti, in famiglie tossiche, i bambini sviluppano strumenti cognitivi inconsci atti a garantirne la sopravvivenza in quell’ambiente così ostile. Rassegnazione, negazione dei propri bisogni, eccessivo interesse verso la risoluzione di bisogni dell’altro, sono tutti mezzi tossici con cui il bambino cerca di barcamenarsi in un contesto familiare con genitori emotivamente immaturi.

Cosa possiamo fare per costruire una relazione funzionale?

La chiave per uscire da questo circolo vizioso di relazioni psicologicamente abusanti è la consapevolezza. Essere consapevoli del perché ci circondiamo sempre di persone che alla fine cercano di sottometterci e di affermare i loro meri bisogni egoistici a discapito dei nostri più legittimi è la chiave.

Solitamente scatta qualcosa nella mente dell’individuo che lo fa reagire. La delusione, la stanchezza mentale sono molle da cui poi un soggetto che vive un relazione tossica prende spunto per uscirne veramente.

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Ad un certo punto ti stanchi di soffrire. Sei stanca, perché fai sempre mille per qualcuno, ma ricevi indietro niente; stanca di una stanchezza pericolosa, quella mentale che ti abbatte e che non ti fa andare avanti nella vita; ti paralizza spingendoti ad essere qualcuno che non sei: sempre stressata, sempre nervosa, sempre triste. Mentre tu la meriti una vita; meriti una vita scoppiettante ricca di risate e pianti di gioia; meriti qualcuno da amare e che ti ami veramente. (Elena Tucci)

Un giorno ti soffermi a pensare: è quello quello che voglio? Merito di più? Ed è allora che capisci che qualunque cosa tu faccia per quella persona non sarà comunque mai abbastanza. Non ti amerà mai in un modo tanto profondo come meriti, perché l’amore quando non c’è non si può forzare.

Nei casi di dipendenza più acuta è auspicabile chiedere aiuto rivolgendosi a specialisti di settore pronti a fornire un valido supporto. Per un supporto terapeutico online un nostro specialista è pronto ad aiutarti: Dott.ssa Teresa Tucci Psicologa Psicoterapeuta

Non permettere mai di farti convincere da qualcuno che tu non sia abbastanza. Tu ne vali la pena sempre. Difendi la tua felicità perché la felicità è un’effimera chimera che va afferrata, altrimenti te la portano via. Pretendi di essere amata, perché tu vali. Vali per quello che hai passato per essere oggi la persona che sei. Vali perché sei bella, anche se non c’è qualcuno lì a fartelo notare. E ti farà sentire sciocca; sciocca per aver creduto a chi ti diceva che non eri mai abbastanza e ti dimostrerà il contrario ogni giorno della vostra vita. Lascia andare ciò che non merita di starti accanto. Cose migliori ti attendono, aspettano solo che tu spalanchi loro la porta. (Elena Tucci)

Redazione Il viaggio è nella testa – Riproduzione riservata

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