E’ uno strumento potente il silenzio. A seconda dell’uso che se ne fa può essere un alleato o un terribile nemico. I significati attribuiti al silenzio sono molteplici e dalle sfaccettature più differenti. Il silenzio nelle culture orientali è visto come uno strumento per connettersi al proprio spirito. Durante le pratiche di meditazione infatti esso ricorre per placare la mente e dare un conseguente senso di benessere al corpo.
Nella pratica moderna tuttavia, il silenzio assume connotati negativi rendendolo una lama affilata capace di ferire la persona che ne è destinataria.
Silenzio punitivo: cos’è e cosa comporta.
Il silenzio punitivo è una tattica di manipolazione oggi molto in voga tra i manipolatori seriali. E’ uno strumento di tortura psicologica vero o proprio sempre esistito negli anni. La differenza sostanziale è che in passato non se ne conosceva effettivamente l’esistenza e i manipolatori tendevano ad utilizzarlo contro le loro vittime in maniera spesso inconsapevole.
Oggi, invece, l’avvento e la diffusione dei social ha consentito di aumentare l’informazione psicologica e, di conseguenza, strumenti di manipolazione come il silenzio punitivo, sono ben noti a tutti.
Un soggetto che intende affermare il suo predominio psicologico sull’altro adotta il silenzio punitivo per confonderlo. Le reazioni che esso suscita nella ‘vittima’ sono generalmente le seguenti:
- Stato di confusione e bisogno di spiegazioni. Una vittima di silenzio punitivo è confusa da questo atteggiamento. Anche se convinta delle proprie ragioni inizierà col tempo a dubitarne.
- Senso di colpa. Più è lungo il tempo del silenzio maggiore darà l’impatto psicologico sulla vittima. Con il passare dei giorni il senso di confusione iniziale, la rabbia conseguente all’assenza di una spiegazione o motivazione valida, viene sostituito dal senso di colpa.
- Cedimento. Cedere a questo terribile ricatto emotivo è la naturale conseguenza in questo pericoloso e distorto gioco di ruoli. Il manipolatore sa che la vittima finirà col farsi sentire, è ‘sicuro’ perché nel rapporto sicuramente le conferme affettive da parte della stessa non sono mai mancate.
- Accontentarsi delle briciole. Anche dopo la risoluzione del conflitto, la vittima non si sentirà mai veramente appagata. Il manipolatore tende a non riconoscere mai i propri errori e la vittima si sentirà sempre in una condizione di inferiorità emotiva rispetto al partner. Tuttavia, pur di non perdere quella persona, ci si illude e si tende a non seguire quell’istinto che consiglierebbe solo di fuggire.
Le ragioni per cui un manipolatore adotta il silenzio punitivo.
Tecnica di controllo dell’altro generalmente maturata durante gli anni della crescita. I manipolatori sono molto probabilmente soggetti egoisti e viziati nell’infanzia, soggetti abituati ad ottenere tutto ciò che vogliono al punto da arrivare a calpestare gli altri ed i loro bisogni. Un manipolatore è una persona subdola e senza scrupoli. Soddisfare le proprie necessità è l’unico loro obiettivo. Tra le tecniche manipolatorie acquisite per raggiungere i loro scopi quella del silenzio punitivo è una delle più ricorrenti. Le ragioni per cui ricorrono a questa tecnica sono essenzialmente queste:
- Mantengono la vittima sotto il loro predominio. Quando il partner cerca di affermare maggiormente la sua presenza e le sue legittime necessità nella relazione, i manipolatori scompaiono. Il loro obbiettivo è quello di punire la vittima e di ripristinare il loro predominio della relazione ristabilendo i ruoli.
- Vogliono vedere fino a che punto possono spingersi nelle loro pretese. Un manipolatore è una persona egoista e insaziabile di attenzioni. Si sente importante e vuole continuare a ricevere attenzioni su attenzioni. Sa che sparendo il partner si sentirà confuso e in colpa e di conseguenza farà di tutto per salvare la relazione. Alternanza di presenze ed assenza da parte sua contribuiranno ad aumentare la dipendenza del partner verso di lui.
- Vogliono abituare il partner al ‘accontentarsi’. Aumentando con questa tecnica la dipendenza del partner conseguentemente diminuiranno le sue pretese. Il manipolatore sa che sparendo quando il partner avanza delle pretese lo abituerà ad accontentarsi pur di non perdere la relazione.
Profilo psicologico di una ‘vittima tipo’ di silenzio psicologico.
La vittima tipo di un manipolare è sicuramente una persona molto sensibile. Una persona sensibile è generalmente una persona molto empatica. Empatia e sensibilità sono effettivamente due facce della stessa medaglia, medaglia che – in molti casi – può risultare un peso schiacciante.
Ferire una persona sensibile è molto semplice. Basta uno sguardo distratto, una parola sbagliata, un abbraccio assolutamente voluto, ma mancato. E poi c’è il silenzio. Nel silenzio le persone sensibili iniziano a pensare che sia successo qualcosa.
Una persona estremamente sensibile inizierà a fare qualsiasi cosa per cercare di comprendere cosa sia accaduto e porvi rimedio. E’ inammissibile evitare il confronto. Una persona sensibile crede che i problemi non vadano sotterrati, ma affrontati con il dialogo costruttivo. Una persona sensibile non accetta il silenzio. In esso cerca sempre una spiegazione. La sua mente vaga alla ricerca di una motivazione che possa plausibilmente giustificare il silenzio di quella persona.
Chi è troppo empatico diventerà estremamente sensibile anche alla più minima forma di silenzio e farà di tutto per cercare di evitare che si ripresenti, entrando in uno stato di attivazione e di allerta costante.
Inizierà a fare supposizioni ed anticipazioni su tutto quello che potrebbe riattivare la risposta del silenzio, analizzando ogni proprio minimo movimento per evitare che questo determini una frattura.
Quando si cade nella rete di un egoista manipolatore chi è estremamente sensibile corre un grande pericolo. Le persone sensibili sono effettivamente il nutrimento preferito dell’uomo egoista, che, dall’altro, pretende sempre il massimo dando in cambio niente.
Una persona sensibile è una persona che si fa in quattro per chi ama, anche a discapito del proprio benessere e questo – spesso – può risultare rischioso. Quando dai tanto a qualcuno che ami certi atteggiamenti possono davvero ferire e certe parole – soprattutto se non dette – possono lasciare un solco profondo nell’anima.
Una persona sensibile è una persona col colmo strapieno di amore ed è un amore che straripa in ogni direzione: con gesti, attenzioni, semplici e dolci parole. E’ un amore che va concretizzato. Una persona sensibile non può trattenere l’amore. E’ più forte di lei. Chi con freddezza e distacco le induce al silenzio, un poco alla volta, le spegne.
Amore o dipendenza affettiva? Come distinguerli.
La dipendenza affettiva è una condizione emotiva dell’individuo molto diffusa. Ne soffrono in maggior numero le donne, ma è molto frequente anche negli uomini. E’ una condizione spesso determinata dal contesto familiare in cui il soggetto è cresciuto e ha maturato la propria personalità.
Le vittime di dipendenza affettiva sono infatti spesso quelle bambine e quei bambini cresciuti a contatto con genitori emotivamente immaturi che esercitavano il loro potere genitoriale con ricatti emotivi che hanno leso profondamente l’autostima di questi soggetti condizionandone la vita.
Quando in una relazione l’ago della bilancia pende sempre e solo verso una direzione, e cioè quella del manipolatore, quando la sofferenza è di gran lunga superiore alla felicità in un rapporto di coppia, è necessario fare una riflessione e prendere strade diverse.
Scendere a compromessi è vitale per mantenere in essere una relazione di qualsiasi natura, ma farsi calpestare significa ledere l’amor proprio che invece dovrebbe essere sempre preservato da chiunque. Chi con i propri atteggiamenti non ti rispetta e ti fa soffrire non merita le tue attenzioni e la tua presenza nella vita. Ecco alcuni consigli per capire se soffri di dipende affettiva:
- Investi eccessivi tempo ed energie nella relazione
- Non ti sembra mai di fare abbastanza
- Tendi ad idealizzare il partner
- Giustifichi i suoi comportamenti pretendendo invece troppo da te stessa
- Sei in continuo stato di allerta circa i bisogni del partner soffocando spesso i tuoi
- Quando il partner non è con te ti senti in astinenza ed hai il bisogno impellente di scrivergli
- Tenti ad isolarti dagli altri e rinunci spesso ad attività che riguardano solo te
- Sei in continua attesa, come se la presenza di quella persona aleggiasse costantemente su di te
- Non hai mai la sicurezza che questa storia durerà per sempre. Ti senti costantemente sotto esame e perfettamente ‘sostituibile’ da un momento all’altro, nonostante tu faccia l’impossibile per quella persona.
- Ti senti un mendicante di attenzioni. Mai completamente appagata da questa relazione. Sempre in cerca di continue rassicurazioni.
Come evitare di farsi manipolare.
Quando ci si rende conto di essere a contatto con una persona manipolatrice l’unica soluzione è quella di scappare. Quando per svariate ragioni (un collega, un familiare) questo non è possibile bisogna adottare alcuni accorgimenti per riuscire a non farsi manipolare:
- Segnare dei confini netti nella relazione è la prima cosa da fare se si vuole sopravvivere in questa relazione. Evitare di far capire al manipolatore di essere a sua disposizione, col tempo, ridurrà le sue pretese su di te.
- Ignorare i comportamenti disfunzionali. In caso di tecniche di manipolazione, come il silenzio punitivo, l’unica cosa da fare è ignorare. Mostrare al manipolatore che le sue tecniche non sortiscono alcun effetto su di te lo indurranno a sentirsi spaesato. Queste persone sono convinte della validità delle loro tecniche e rendersi conto di non possedere più il controllo su di te le renderà confuse e frustrate.
- Passa ai fatti. Conduci la tua vita esattamente come quella persona, come se la sua assenza nella tua vita non cambiasse nulla. Concentrati su te stessa e sui tuoi obiettivi e vedrai che se la relazione è vera quella persona farà dei passi indietro iniziando a dare valore alle tue necessità; viceversa ti sarai liberata di un amore profondamente malato ma avrai ritrovato te stessa.
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